Miniature da colorare

Stampa e colora la miniatura!

Calati nei panni di un miniatore medievale e realizza la tua opera d’arte.

Il lavoro del miniatore, come quello dello scriba, era molto faticoso e richiedeva notevole pazienza e affinate capacità. I suoi compiti erano numerosi e, affinché il risultato soddisfacesse il committente, il miniatore doveva svolgerli al meglio delle sue capacità e seguendo precise regole.

Egli doveva essere capace di tratteggiare il disegno e di stendere il colore con i pennelli sulla pagina; doveva essere un maestro nel decorare le lettere con immagini, storie e fregi e doveva saper  dorare e argentare. Tutto ciò era possibile soltanto avendo a disposizione gli strumenti migliori. La dotazione del miniatore in fatto di strumenti era davvero ricca e variegata: squadre, righe e compassi, stilo di piombo per abbozzare il disegno, mollica di pane e raschietti per cancellare, coltelli per temperare la penna, mortai e pestelli per macinare, sacchetti di cuoio, gusci di tartaruga e conchiglie, tavolozze.

D’altro canto la buona composizione dei colori era una necessità primaria per il miniatore, che molto spesso li preparava da solo. I colori erano composti in genere da pigmenti, artificiali o naturali, che venivano ridotti in polvere, liberati da impurità con l’acqua e poi lasciati essiccare, uniti a leganti come la chiara d’uovo, la gomma arabica o la colla di pelle e di pergamena.

Preparati gli strumenti ed i colori il miniatore può iniziare a lavorare. Per riempire gli spazi lasciati vuoti sulle pagine egli può trarre ispirazione oltre che da repertori di motivi e scene, a volte raccolti in taccuini o libri di modelli, anche dall’esemplare che deve riprodurre. Nella maggior parte dei casi il miniatore trova le istruzioni su come procedere all’interno dello stesso manoscritto su cui deve lavorare: si tratta di annotazioni scritte nei margini dei fogli, per essere poi rifilate, o negli spazi destinati ad essere coperti dalla decorazione.

Poteva accadere che, per vari motivi, il lavoro del miniatore restasse incompiuto. E’ questo il caso del manoscritto Casin. 99, Omiliario del 1072, in cui le miniature a piene pagina risultano incomplete nella colorazione, nel disegno, o del tutto assenti, pur essendo stata riservata la pagina che doveva accoglierle.

Stampa l’immagine della miniatura che preferisci e porta a termine il lavoro che il miniatore ha lasciato incompiuto!

Nel testo che accompagna le immagini trovi la descrizione dei personaggi e del significato delle scene rappresentate nelle miniature.

 

  • Scena di dedica del manoscritto Casin. 99

La scena di dedica consiste in un’immagine in cui è rappresentato il committente mentre offre il manoscritto che ha fatto realizzare ad un patrono religioso (in genere un santo) o laico. In genere si tratta di una miniatura preliminare al testo che fornisce informazioni rilevanti sulla storia del manoscritto.  Nel Casin. 99 la scena di dedica vede la presenza quattro personaggi. Sulla destra è seduto sul trono san Benedetto col pastorale nella sinistra e la destra benedicente; inginocchiato ai suoi piedi un giovane monaco che accoglie nelle sue mani, velate in segno di rispetto dal manutergium (piccolo telo di lino bianco), il piede del Santo. A sinistra compaiono invece l’abbate Desiderio, con il nimbo quadrato (poiché vivo al momento della realizzazione del codice), che introduce, cingendolo con il braccio destro, al cospetto di san Benedetto il monaco Giovanni Marsicano, arcipresbitero (il sacerdote più anziano oppure quello ritenuto dal vescovo come più degno) della Chiesa Marsicana che si avvicina offrendo un volume chiuso da fermagli e ricoperto da una legatura gemmata. Nel giorno della sua monacazione a Montecassino, Giovanni Marsicano offre all’altare del Santo questo codice, realizzato a sue spese ma ideato da Desiderio. Il giovane monaco tonsurato che accoglie il piede di san Benedetto è invece Leone Marsicano, qui ritratto come il bibliothecarius che ha sovrinteso alla realizzazione del codice.

 

  • Scena dell’Ascensione del manoscritto Casin. 99

 

La scena della salita al cielo di Gesù, avvenuta secondo gli Atti degli Apostoli quaranta giorni dopo la sua risurrezione, si presenta incompiuta, manca infatti la figura del Cristo. Al centro è raffigurata la

Vergine orante, stretta tra due angeli che aprono i due gruppi degli apostoli.

La miniatura è giunta completamente priva di qualsiasi colorazione, tuttavia sulle vesti delle figure a sinistra della Vergine si distinguono delle piccole lettere dell’alfabeto e delle sigle per segnalare a chi doveva completare il disegno quali colori stendere sulle vesti : oc  per ocrum, ca per carminium, ro per roxaceus, cb per cinnaberin.

Spesso infatti il lavoro era così specializzato che anche in una stessa miniatura il disegno e la colorazione potevano essere affidati a due persone diverse.


 

 

 

 

Così doveva apparire la miniatura se fosse stata completata con i colori indicati dalle lettere e dalle sigle lasciati come delle vere e proprie istruzioni  (da L. Speciale, Indicazioni di colori in un disegno cassinese dell’XI secolo, 1993, https://books.openedition.org/editionscnrs/8196?lang=it )